La Posturologia, branca trasversale della medicina, coinvolge specialisti di settori diversi con
background culturali, linguaggi e modalità operative. Spesso sono molto eterogenei, occupandosi dello studio della postura che rappresenta un’associazione integrata di fenomeni biomeccanici, neurofisiologici e neuropsichici che si influenzano e si compensano continuamente.
Rappresenta dunque una disciplina integrata che studia il funzionamento del sistema posturale e ne analizza la relazione con le patologie dell’apparato locomotore.
In questo senso, il concetto di postura non viene più̀ considerato come semplice allineamento di segmenti scheletrici, rappresentando bensì il risultato di una relazione armonica tra il corpo le sue parti e il mondo esterno in condizioni statico-dinamiche.
Soprattutto in questo ambito non si può fare a meno di sottolineare l’importanza di un lavoro in team in posturologia: la cura di ogni soggetto presenta infatti peculiarità che lo rendono differente da ogni altro. Ciascun assistito presenta una propria storia, nonché disfunzioni che possono derivare da alterazioni funzionali differenti, afferenti a competenze diverse (problemi odontoiatrici, visivi, psicologici, funzionali).
In questo senso diventa necessaria l’interazione dei diversi specialisti, con l’utilizzo delle rispettive discipline in maniera complementare, anche attraverso l’uso di una semantica comune. Per parlare tutti la stessa lingua è importantissimo trovare dei protocolli di lavoro comuni, che permettano di monitorare lo stato di avanzamento del lavoro e che aiutino a dare un ordine di priorità ai trattamenti.
L’approccio Globale alla Postura
L’approccio globale in posturologia non è dunque pura filosofia, ma è l’unico sistema pratico di fare postura.
La postura è fortemente influenzata dalle informazioni provenienti dai vari recettori del STP.
Le classiche “entrate” del STP sono:
-Piedi (varo e valgo, ossia avvolgimento e svolgimento dell’elica podalica)
-Bocca (occlusione)
-Deglutizione atipica (o viziata)
-Occhi (disturbi della convergenza e forie)
-Lesioni osteopatiche (limitazione o blocco del movimento di alcune importanti articolazioni)
-Esiti di colpo di frusta (problematiche che sempre di concezione osteopatica coinvolgono l’MRP ed il sistema cranio-sacrale)
-Cicatrici patologiche (principalmente quelle addominali che scaricano sul metamero mantenendo la muscolatura contratta e di conseguenza alterano la postura)
-Traumi fisici importanti (fratture, distorsioni agli arti inferiori)
-Problematiche viscerali (vedi relazione contenente-contenuto)
-Problematiche psico-emotive (il maniacale avrà una postura ben diversa dal depresso)
Come è possibile ad esempio che un problema di propriocettività podalica o di malocclusione possa riverberarsi a livello di tutto il corpo provocando un disagio o un malessere in una zona (generalmente il rachide) anche lontana dai piedi o dalla bocca?
Dobbiamo immaginare il corpo come costituito non da muscoli a se stanti, ma da lunghe catene muscolari che collegano (assieme al tessuto connettivo e perciò definite catene mio-fasciali) l’intero organismo dalla testa ai piedi. E’ perciò abbastanza intuibile come un disequilibrio a livello dei piedi, come anche un problema di malocclusione, provochi a livello locale uno squilibrio muscolare che però non si limita in quella o quell’altra regione specifica, ma si propaga su tutta la catena muscolare e dunque potenzialmente su tutto l’organismo.
Il fatto che in genere laddove compare il sintomo difficilmente risiede la causa del problema, conferma l’ipotesi appena espressa.
Lavorare in Team
Il sistema nervoso mette in relazione tutti i recettori tra loro; qualsiasi modificazione a livello di un recettore può determinare una risposta su un altro recettore, che come si dice, si adatta nei confronti del primo.
Numerose ricerche confermano l’esistenza delle relazioni tra i recettori ed anche in ambito di valutazione clinica è possibile istantaneamente modificare la risposta di un recettore pur agendo su di un altro (vedi piedi – occhio; bocca – occhio eccetera). In un sistema non lineare perciò, dopo aver dato un’informazione, di fatto non so a priori che tipo di risposta posso ottenere. Se così è, dobbiamo essere consapevoli del fatto se chi si occupa, sempre in termini posturali, di occlusione, di piedi, di occhi eccetera, rimane confinato all’interno del proprio “settore di competenza” senza andare a vedere cosa succede da altre parti, ovvero quali modificazioni comporta il suo bite, il suo apparecchio ortodontico, sicuramente non farà postura. Perché per definizione la posturologia si basa primariamente sull’approccio globale alla persona.
La relazione biunivoca tra il posturologo e le altre figure professionali apre quindi al concetto di interdisciplinarietà e dunque al lavoro di equipe. Il paziente posturale infatti non è a priori “di nessuno”. E’ solo dopo un’attenta analisi posturale che possiamo capire da chi è più opportuno indirizzare la persona per il trattamento definitivo.