I piedi sono, senza alcun dubbio, uno dei principali e più importanti elementi del nostro corpo in grado di causare (e allo stesso tempo adattarsi) scompensi posturali che verranno poi compensati da altre strutture anatomiche (Giovanni Chetta: piede e postura).
I piedi sono le nostre radici, lo strumento cardine del nostro corpo per entrare in contatto col terreno, trasmettono importanti informazioni propriocettive cioè segnali in grado di far percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio. Non a caso quando si parla di una persona centrata si dice che ha i piedi per terra!
Il buon funzionamento dinamico del piede costituisce il segreto operativo più importante del sistema linfo-venoso degli arti inferiori. I piedi esercitano una compressione sulle strutture vascolari, per facilitare il ritorno della linfa e del sangue aiutando la circolazione di tutto il corpo.
Vediamo insieme alcuni semplici esercizi per prendere contatto col proprio appoggio sui piedi, definito appoggio podalico, ed attenuare le eventuali tensioni che si creano a questo livello.
Primo step: fletti leggermente le ginocchia rimanendo in piedi e respira con naturalezza svuotando la mente dalle preoccupazioni e spostando l’attenzione a come appoggia il piede e alla qualità del respiro. Questo semplice esercizio può produrre notevoli cambiamenti nel corpo, inducendo un’onda di vibrazione che dai piedi attraversa tutto l’organismo, facendoci sentire più connessi al terreno, approfondendo la nostra respirazione e rendendo più nitida la visione oculare.
Secondo step: dalla stessa posizione inizia poi ad oscillare dolcemente a destra/sinistra/avanti/dietro, spingendoti al massimo delle tue possibilità ma senza staccare i piedi osservando e percependo come cambia l’appoggio a terra e le loro reazioni al movimento. Fermati poi nella posizione in cui ti senti in equilibrio.
Terzo step: abbina gli esercizi precedenti all’ascolto di una musica (rilassante/energizzante/malinconica/gioiosa) e verifica le diverse reazioni del corpo ai cambiamenti di melodia e di ritmo.
A livello della pianta dei piedi sono presenti due strutture di vitale importanza: la Soletta di Lejars (formata da piccoli vasi capillari) e il Triangolo della Volta (struttura architettonica situata nella parte più profonda del piede ove risiedono le più importanti vene profonde le vene plantari interne ed esterne).
La loro stimolazione, camminando, attiva la risalita contro gravità del sangue e della linfa, coadiuvata anche da altre due pompe a livello del polpaccio e del cavo popliteo (parte posteriore del ginocchio), oltre che dell’azione del diaframma respiratorio, che richiama il sangue verso l’alto con la sua azione a pompa.
Il lavoro quotidiano con i pazienti ci aiuta a capire la relazione che intercorre fra le tensioni muscolari nelle gambe e nei piedi e la difficoltà di avere un buon contatto con il terreno, con l’insicurezza della persona e la sua eventuale sfiducia di poter ottenere veramente sostegno nella vita.
Essere radicati (grounded) comporta essere in contatto, fisicamente ed emotivamente, con la realtà: cioè con le sensazioni del corpo e con l’ambiente con cui entriamo in relazione, sentire la connessione energetica con la terra, che è la nostra madre biologica.
“La propria casa è il proprio corpo. Non essere connessi in modo sensibile con il proprio corpo vuol dire essere uno spirito disconnesso che fluttua attraverso la vita senza alcun senso di appartenenza. Tutti i pazienti con cui ho lavorato sentono, in misura maggiore o minore, questa separazione e solitudine, ed è un modo di essere tragico. L’obiettivo del mio lavoro terapeutico è aiutare le persone a ritrovare il loro senso di connessione con la vita e con gli altri, e radicarsi è l’unico modo per farlo” (A.Lowen , Onorare il corpo)